I
PELIGNI
Sulla
loro origine sono state formulate ipotesi contrastanti: secondo
alcuni provenivano dall'Illiria; altri (tra i quali Ovidio) li
collegano alle migrazioni sabine
effettuate mediante la pratica rituale del "Ver Sacrum"
("Primavera Sacra").
La
seconda ipotesi è la più accreditata, sia per la lingua
sabellica delle iscrizioni ritrovate, sia per il culto di Ercole
Curino ( o Quirino), testimoniato dal Santuario del Morrone e da
quello recentemente venuto alla luce (1994) in località S.
Ippolito, nei quali sono state rinvenute statuette bronzee
raffiguranti la divinità.
Può
anche darsi che ad una immigrazione illirica sia seguita
un'espansione sabina, pertanto ambedue le ipotesi sono da
considerare attendibili.
Plinio
parla di "Pelignorum Corfinienses, Superaequani et
Sulmonenses", pertanto, il territorio era suddiviso in tre
parti, dominate dalle tre città di Corfinium, Superaequum e Sulmo.
Nel
308 a.C., Peligni e Marsi vennero a conflitto con i Romani, che li
sconfissero nel 304. da allora divennero
alleati di Roma e nel suo esercito combatterono contro Pirro,
contro i galli, contro Annibale e in altre guerre.
Nel
91 a.C. Corfinium fu scelta come capitale degli Italici,
ribattezzata "Italia" e dotata di strutture analoghe a
quelle di Roma, quali la Curia, sede del Senato Italico, ed il
Foro, dove si svolgevano le manifestazioni politiche, giudiziarie
e commerciali.
Si
coniarono anche monete d'argento. La più rappresentativa è
quella che si contrapponeva al "denarius" romano: essa
reca, nel diritto, una testa femminile coronata d'alloro, con la
scritta "ITALIA" e, nel rovescio, otto guerrieri,
schierati in due righe, che si fronteggiano con le spade rivolte
verso il basso, nell'atto di giurare fedeltà alla Lega Italica;
al centro un nono uomo nell'atto di raccogliere e sancire il
giuramento.
Corfinium
restò capitale fino alla primavera dell'anno 89, quando, sotto la
minaccia dell'avanzata romana, il governo italico fu trasferito a
Bovianum,
nel Sannio.
Il
trenta aprile di quell'anno, Corfinium fu occupata dalle legioni
di Cneo Pompeo Strabone.
Al
termine della Guerra Sociale, ai Peligni, decimati dalla guerra,
fu infine riconosciuta
la "civitas romana", in applicazione della Legge
Plautia-Papiria. Insieme ai Marsi, essi vennero asegnati alla tribù
"Sergia".
I
MARSI
Erano
gente sabellica e abitavano la regione detta ancora oggi "Marsica",
intorno al Lago Fucino.
Le
loro città principali erano Marruvium, Cerfennia, Lucus Angitiae,
Transaquas .
Popolo
di coraggiosi guerrieri, tanto che si diceva non potersi celebrare
un trionfo "né contro i Marsi, né senza i Marsi".
vantavano la particolare virtù, conferita loro dalla dea Angitia,
onorata anche presso i Peligni, di saper domare i serpenti più
pericolosi e di essere immuni da qualsiasi veleno. Fra i documenti
di questa singolare capacità vi è un frammento poetico di
Lucilio: "Si spaccherà in due, dopo aver gonfiato tutte le
vene, così come un marso fa scoppiare i serpenti col canto".
Nella
prima guerra sannitica e all'inizio della seconda i Marsi si
mantennero neutrali, ma nel 308 parteciparono alla sollevazione
delle altre tribù sabelliche contro Roma, alla quale si
ribellarono nuovamente circa dieci anni dopo, quando fu istituita
una colonia latina a Carseoli,
ma furono ancora sconfitti.
Parteciparono
nelle fila romane a molte battaglie, fra cui quella di Canne.
Furono
i primi propugnatori della Lega Italica, sotto la guida di Quinto
Popedio Silone e gli unici a consegnare una formale dichiarazione
di guerra ai Romani nel 91. Per tale motivo la guerra che ne seguì
fu detta "Sociale" o "Marsica".
Dopo
la Guerra Sociale, vennero assegnati, insieme ai Peligni, alla
tribù "Sergia".
I
SANNITI
Originati
da una migrazione sabina del secondo millennio a.C. (il termine
latino "Samnium" sarebbe la forma sincopata di "Sabinum"),
occupavano il territorio comprendente le alte valli del Sangro,
del Volturno, del Tiferno e del Trigno (Abruzzo meridionale,
Molise e campania orientale) e l'Irpinia. Si tratta, quindi di un
insieme di popoli (Pentri, Caraceni, Irpini, Caudini, Campani ed
altri), tutti di lingua osca, che assunsero un'unità politica
allorché formarono la "Lega Sannitica" (V sec.) per
contrastare le ambizioni espansionistiche della "Lega
Latina" egemonizzata da Roma.
Le
loro città principali furono: Bovianum, che fu capitale della
Lega Italica dopo Corfinium; Aesernia, poi divenuta colonia romana
(272) e, durante la Guerra Sociale, terza capitale italica;
Saepinum; Tereventum; Aufidena; Bovianum Vetus; Abellinum;
Beneventum.
Nel
VI sec., i Sanniti occuparono la Pianura Campana e si
impadronirono di Capua, Nuceria Alfaterna, Pomperi.
Nel
VI e V sec., la popolazione sannita degli Irpini si spinse fino
all'estremità della Penisola (Calabria) ed assunse il nome del
popolo che l'abitava (Bruzi).
Tra
la metà del IV sec.
e l'inizio del III, i Sanniti si scontrarono con i Romani per il
possesso della Valle del Liri e contro di essi combatterono tre
guerre , dette "Sannitiche"dalle quali uscirono
sconfitti, ma non senza dare molto filo da torcere, come dimostra
il memorabile episodio delle "Forche caudine" (321). Al
termine di una quarta guerra, detta "Tarantina" (272), i
Sanniti dovettero accettare la condizione di Socii di Roma.
Dopo
la Guerra Sociale, che li vide fra i più irriducibili
combattenti, i Sanniti furono assorbiti definitivamente da Roma e
compresi nella tribù "Voltinia".
I
FRENTANI
Di
lingua osca, appartenevano al gruppo etnico sannita ed abitavano i
bacini dei fiumi Frento (Fortore),
Tifernus (Biferno) e
Sangro.
I
loro centri principali erano Ortona e Histonium, sulla costa,
e Larinum e Anxanum,
nell'interno.
Combatterono
contro i Romani nelle guerre sannitiche, ma già dopo la sconfitta
romana di Caudium
assunsero un atteggiamento amichevole verso Roma, nel cui esercito
combatterono contro Pirro, contro i galli e contro Annibale.
A
conclusione della Guerra Sociale, durante la quale furono guidati
dal pretore Caio Pontidio, furono iscritti nelle tribù romane
"Arnense" e "Clustumina".
I
MARRUCINI
Erano
di stirpe sabellica e vivevano lungo la riva des
tra
dell'Aterno inferiore, tra l'Appennino,
l'Adriatico e il territorio frentano.
La
loro città principale era Teàte.
Non
parteciparono alla prima Guerra Sannitica, ma nel 308 sostennero i
Marsi, di cui erano, molto probabilmente, una diretta diramazione,
contro i Romani.
Furono
sottomessi da Roma alla fina della seconda Guerra Sannitica e le
rimasero fedeli durante la seconda Guerra
Punica.
Nella
Guerra Sociale erano guidati dal pretore Herio Asinio e furono
definitivamente sconfitti nell'anno 89 da Servio Sulpicio, pretore
di Pompeo.
Ottenuta
la cittadinanza romana, i Marrucini furono inclusi nella tribù
"Arnense".
I
VESTINI
Altra
popolazione di lingua sabellica, avevano preso il nome dal culto
per la dea Vesta. Occupavano la regione tra il Mons Fiscellus
(Gran Sasso), la riva
sinistra del basso Aterno e
l'Adriatico .
Lo
storico Silio Italico vanta la fertilità dei pascoli di Aufinum,
Aveia, Pinna,
che era la loro capitale, divenne colonia romana durante la
seconda Guerra Sannitica (quando i Vestini furono l'unica
popolazione sabellica a rifiutare agli eserciti romani diretti
contro i Sanniti il passaggio nel loro territorio) e fu occupata
dagli Italici all'inizio della Guerra Sociale.
Marziale
celebra il formaggio vestino. Quindi, i Vestini dei territori
montani erano dediti alla pastorizia, mentre
sull'altopiano e verso il mare fioriva l'agricoltura.
Altre
città importanti di questo popolo erano Peltuinum e Ostia Aterni.
Furono
sottomessi dai Romani nel 302.
Nella
Guerra Sociale, guidati dal pretore Tito Lafrenio,
restarono in lotta fino ai primi mesi dell'anno 89, quando
furono sottomessi da Pompeo Strabone.
I
PICENI
Parlavano
una lingua non assimilabile all'osca né alla sabellica ed
occupavano la regione tra l'Appennino e l'Adriatico limitata a
Nord dal fiume Esino e a Sud dal fiume Truentus (Tronto), ma
inglobarono anche il territorio dei Praetutii, che dal Tronto si
estendeva fino al Gran Sasso.
Il
loro capoluogo era Asculum. Altri centri importanti: Auxinum,
Cingulum, Firmum Picenum,
Cupra Maritima, Castrum Truentinum); e le pretuzie:
Interamnia Praetutiorum , Castrum Novum , Hatria .
Dall'inizio
del III secolo a.C. i Piceni furono legati ai Romani da un
trattato di alleanza, ma nel 269 vollero rifiutare quella
condizione di sudditanza e si ribellarono a Roma (Guerra Picentina),
che li sconfisse e sottomise nuovamente e si approriò del loro
territorio, lasciando l'indipendenza soltanto al loro capoluogo.
Fu
proprio ad Asculum che, nell'autunno del 91, divampò la rivolta
che innescò lo scoppio della Guerra Sociale, durante la quale i
Piceni furono capitanati dal pretore Caio Judacilio.
Dopo
un lunghissimo assedio, patirono una crudele punizione ad opera
del sanguinario console
Cneo Pompeo Strabone.
Con
il riconoscimento della civitas romana, furono inseriti nella tribù
"Velina".
GLI
APULI
Agli
inizi del V secolo a.C., l'espansione delle genti osco-umbre
raggiunse il territorio a Nord-Ovest del Gargano, intorno al basso
cosro del Fortore e al Lago di Lesina, e sottomise i gruppi Iapigi
che l'abitavano. In seguito si diffusero nel resto della Puglia
settentrionale e poi in quella centrale.
Nacque
così la popolazione degli Apuli, che aveva i centri principali in
Teanum Apulum, Luceria, Ausculum, Sipontum, Aecae, Vibinum,
Canusium, Barium, Cannae, Venusia .
I
LUCANI
Di
provenienza osco-sabellica, si stabilirono fin dall'inizio dell'età
del ferro nelle regioni interne della Basilicata , nelle alte
valli del Bradano e del Basento).
A
partire dai secoli VI e V a.C., iniziarono ad espandersi dai monti
verso le pianure costiere. Si spinsero a Sud fino alle terre dei
Bruzi (Calabria); ad Ovest occuparono il Cilento e giunsero a
minacciare le città greche costiere, le quali, guidate da
Taranto, si allearono contro i Lucani, che però ebbero la meglio
e riuscirono a conquistare Eraclea (di Lucania -TA) e Metaponto
(TA).
Nel
periodo d massima potenza, la Lucania si estendeva dai monti del
Vulture alla costa tirrenica e a quella ionica ed aveva per
capoluogo Grumentum.
Dapprima
alleati con Roma contro i Sanniti, i Lucani tentarono poi di
arrestare l'espansione romana oltre l'Ofanto e il Sele e
parteciparono ad una lega antiromana appoggiata da Pirro, re
dell'Epiro, insieme a Sanniti, Bruzi e Tarantini. La guerra si
concluse nel 272 a.C. con l'affermazione della supremazia romana.
Si
ribellarono di nuovo a Roma in occasione della guerra annibalica,
ma di nuovo dovettero capitolare.
Nella
Guerra Sociale, guidati dal pretore Marco Lamponio, i Lucani,
insieme ai Sanniti, furono gli ultimi a rimanere in lotta contro
Roma.
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