Benvenuti nel Comune di Pratola Peligna

   

Museo della Civiltà Contadina

Al ingresso di Pratola Peligna, scendendo dalla statale 17, appena dopo il Ponte della Ferrovia, è ubicato il Museo della Civiltà Contadina, inaugurato il 20 agosto 1995, con gli interventi dei Proff. Panfilo Petrella, sindaco di Pratola Peligna, Emiliano Giancristofaro, Presidente di Italia Nostra (Abruzzo), Ottaviano Giannangeli della Facoltà di Lingue Università D'Annunzio di Pescara e di V. Damiano Fucinese della Facoltà di Architettura dell'Università D'Annunzio - Pescara.Il Museo, curato nell'allestimento da Angela Presutti, Daniela catini e Francesco Santilli, che continuano ad averne amorevole cura, ha trovato degna sede nel vecchio Molino dei Celestini, di recente restauro, andato in <<pensione>> alla fine degli anni cinquanta. Il Molino dei Celestini, che nei secoli ha assolto egregiamente la propria funzione, è stato edificato in epoca non precisata, ma sicuramente verso il 1400, quando i Celestini lo edificarono per la Comunità pratolana. Si ricorda che i celestini sono stati <<utili signori>> di Pratola, per concessione di Carlo II d’Angiò, dal 1294 fino al 1807, quando fu soppresso l’Ordine, per effetto delle leggi napoleoniche eversive del feudalesimo. I Celestini, che tanta parte hanno avuto nelle nostra storia, non sempre positivamente, portarono comunque il loro contributo per la bonifica delle nostre contrade e , certamente, costruirono il mulino per soddisfare le esigenze della popolazione pratolana. Esso ha avuto sempre una fondamentale importanza per la zona, ma ha avuto un’importanza anche per le altre popolazioni della valle. Il molino di Pratola era il più grande del comprensorio ed era dotato di due macine, una per il grano l’altra per il granturco: esso fu potenziato agli inizi del XVII secolo, perché fu utilizzato anche dagli abitanti di altre zone, e precisamente, dal 1602, dai cittadini di Popoli che si ribellarono alla decisione dei Cantelmo, signori della cittadina, di aumentare considerevolmente la tassa sul macinato nel molino locale. I popolesi si ribellarono e, contestualmente, presero la decisione di boicottare il molino locale per costringere i Signori ad abolire la tassa sul macinato e di servirsi di quello dei Celestini di Pratola, che, in conseguenza delle accresciute richieste, fu dotato di due macine per il grano e di una per il granturco.

Una iscrizione, fortunosamente recuperata agli inizi degli anni settanta, attesta che il Molino attuale fu <<fondato>> nel 1636: ma certamente la data si riferisce alla fondamentale ristrutturazione dello stesso, con radicale trasformazione dalle fondamenta per l’adeguamento alle nuove esigenze. Dopo l’abolizione dell’Ordine dei Celestini il Molino passò in proprietà al Comune di Pratola Peligna, che ne ha sempre affidato la gestione ai privati. L’ultima famiglia dei mugnai del nostro molino è quella dei Silvestri, tanto che è ancora conosciuto come il <<Mulòine de Laurine>> (Molino di Lauro), la cui fotografia, naturalmente, è nel Museo, accanto a quella dei suoi fratelli, che gestirono l’altro Mulino di Pratola, in Via del Rio ( il Mulino dell’Arena), più conosciuto come il mulino del tic-tac, dalla voce onomatopeica del rumore del grano che cade nella tramoggia.

Il Museo è strutturato in due piani: le tre macine, ben conservate, sono naturalmente situate al piano terreno ed hanno bisogno di un intervento per la ricostituzione delle tramogge: intorno alle macine, i vari oggetti necessari per la lavorazione del grano e del granturco, per la pesa e per gli altri usi. All’inizio della scalinata, fanno bella mostra due vecchi banchi di scuola con relativi calamai e penne originali; il diario di una fanciulla degli anni dell’ultima guerra merita una particolare considerazione per la genuinità e il candore con cui sono espressi i sentimenti. Pensate: <<Oggi è nevicato, ma io non posso uscire perché non ho le scarpe>>!!!

Al primo piano sono stati

ricostruiti diversi ambienti

tipici della civiltà contadina:

il reparto notte, con il

<<prete>>, lo scaldino 

di altri tempi, il giaciglio

di <<spuòjje>> di mazzocche,

un bel telaio, l’angolo cucina

e, infine, un vano dedicato

al classico, tipico prodotto

della nostra economia

agricola: il vino, con tutti

gli attrezzi necessari per

tutte le operazioni di cantina.

Il Museo ha riscosso un

autentico successo e, pur

non essendo stato affatto

pubblicizzato, nel primo 

anno ha avuto circa duemila

presenze;attualmente, ha

superato le quattromila presenze

e il registro presenta molte

dichiarazioni di plauso di

illustri personaggi e di

intere scolaresche.

E’ uno dei pochi Musei,

in Italia, aperto tutto l’anno,

grazie all’abnegazione

del personale, addetto ai

lavori socialmente utili,

che ha trovato nel

museo un ruolo esaltante 

del proprio lavoro. 

(Marco Antonio Petrella)

ll Museo può essere visitato dal martedì al giovedì, dalle ore 9.00 am alle ore 12.00 am.

Mentre dal venerdì alla domenica, è aperto dalle ore 16.00 pm alle ore 19.00 pm

Per informazioni: Municipio di Pratola Peligna tel. 0864/274141

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