Peligni Illustri

Enzo Muccetti

nato a Corfinio il 29 giugno 1912, ha studiato presso il Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Torino. Avrebbe voluto studiare il violoncello, ma, avendo le mani di piccole dimensioni, fu avviato al  diploma in fagotto.

Dopo aver suonato il fagotto di tipo francese Buffet-Crampon, fu tra i primi in Italia ad adottare quello di sistema tedesco Heckel, di cui perfezionò la tecnica. La ditta tedesca apprezzò le modifiche apportate dal Muccetti, al punto da costruire e dedicargli il Fagotto "Mod. 41 Special E.M."  

Nel 1947 vinse il concorso per il posto di primo fagotto nell'Orchestra del Teatro alla Scala, che ricoprì fino al 1961.

Dal 1949 ha tenuto la cattedra di fagotto presso il Conservatorio "Arrigo Boito" di Parma come incaricato e, dal 1959, come titolare, rivelandosi maestro appassionato;  era perfezionista, severo ed esigente, soprattutto con se stesso, ma paterno, generoso e disponibile, ed è ricordato dai suo allievi con ammirazione, affetto, e riconoscenza.

Nel 1959 ha curato la revisione del "Metodo per fagotto" di E. Krakamp e delle "6 grandi Sonate in forma di duetto" di E. Ozi.

Nel 1966 ha collaborato alla costituzione dell' "Ensemble Northern Sifonia Orchestra" di Newcastle.

Nel 1972 è stato tra i fondatori e docenti dei Corsi musicali internazionali estivi di formazione orchestrale e di perfezionamento strumentale "Fedele Fenaroli", di Lanciano.

E' morto a Parma il 24 marzo 1977.

Tutti i direttori artistici e i direttori d'orchestra che lo hanno conosciuto ne hanno apprezzato le doti artistiche ed umane. Ecco qualche esempio.

Paul Hindemith, nel 1947, dopo aver diretto un concerto a Milano, scrisse sul programma di Muccetti: "Se tutti i fagottisti fossero così meravigliosi, la vita e specialmente lo scrivere per fagotto sarebbe un piacere assai migliore di quello che normalmente non sia".

In due lettere indirizzategli nel 1955, Herbert von Karajan esprimeva tutto il suo apprezzamento per le qualità artistiche del Muccetti

…"Il tono del suo strumento, che pare uscito da un violoncello più che da un fagotto, la tecnica brillante e pulita e soprattutto l'interpretazione governata dalla più profonda misicalità La portano al più alto livello della Sua professione."…

…"Sono contento di aver trovato in Lei un suonatore di fagotto di tale statura artistica alla quale, in coscienza mia e anche in conoscenza di quasi tutte le orchestre europee, non c'è pari di Lei."…

Roger Birnstingl, nel 1955, dopo la recita della Medea di Cherubini al Teatro alla Scala, con Muccetti primo fagotto, rilasciò la seguente dichiarazione:

"La Callas ha cantato bene, ma avreste dovuto sentire quel fagottista! Come sfoga la voce del fagotto! Passa attraverso tutta l'orchestra!"

 

Il M° Enzo Muccetti è citato nell'"Enciclopedia della Musica" Rizzoli-Ricordi.

 Particolarmente ammirate alcune Sue interpretazioni, quali "Le sagre du printemps" di Strawinski; il "Bolero" di Ravel; "Una furtiva lacrima", da "L'elisir d'amore" di Donizetti; parti soliste dell'opera "Worzeck" di Alban Berg  e di altre parti delle sinfonie di Mozart, di Beethoven, di Vivaldi.

Sono degni di citazione il disco che riproduce il Concerto di A. Vivaldi in La minore, per fagotto, archi e cembalo, eseguito con l'Orchestra della Scala e con Enzo Muccetti solista con il fagotto francese e quello, allegato alla Storia della Musica di Fabbri Editore, che riproduce la romanza "Solo un pianto", dalla "Medea" di Chrubini, con Miriam Pierazzini soprano, Enzo Muccetti al fagotto Heckel Modello 41 Special E.M., con l'Orchestra della Scala diretta da Tullio Serafin.

In tali esecuzioni emerge in maniera mirabile la voce del fagotto di Muccetti: un suono pastoso, vibrato, con profonda espressività e tecnica ineccepibile.

 

                   Fagotto Heckel, Modello 41 Special E.M.

                (Enzo Muccetti)

Caratteristiche tecniche

Ha le medesime caratteristiche estetiche del fagotto originale tedesco, verniciato a stoppino color mogano, con l'anello d'avorio alla campana.

Questo modello è una combinazione dei modelli N. 41 e 42. Si possono ottenere le note basse dal MI naturale al Si bemolle grave col pollice della mano sinistra e, all'occorrenza, trillare i suoni bassi col mignolo della stessa mano. Con un riporto collegato al MI basso e da questo indipendente ad un tempo, si ]può ottenere anche il Re basso (col pollice della mano destra) permettendo la facilitazione di alcune legature sul Re naturale e soprattutto il trillo Do + Re basso. Ha tutte le chiavi del gran corpo índipendenti, evitando quindi il doppio foro alla campana, (indispensabile per il modello 42 gr.), col vantaggio di avere a  disposizione  cinque chiavi per abbellire, schiarire o ridurre alcuni suoni centrali. La chiave del Do diesis basso è applicata a destra, anziché a sinistra, del Do. Ha la chiave per ottenere un altro Re acuto e quella del Fa diesis centrale (come il mod. 42 gr. I); ha la doppia chiave dell' "S" (Pollice, mignolo sinistri); ha il raccordo di questa chiave al piattello-tampone del  Mi basso; ha la chiave per il trillo Fa+Sol terza ottava e per le noto acute. Inoltre, la chiave del Do diesis alla culatta è identica, nella forma e nella posizione, a quella del fagotto usato In Italia. Ha i noti meccanismi per i trilli Do diesis+Re diesis, Fa diesis+Sol diesis (in ambedue lo ottave).

Una doppia chiave del Si  bemolle, al pollice della mano destra e tutti i rotellini scorrevoli come il modello 42 gr. I - più quelli applicati fra le chiavi del Si bemolle e il piattello del MI basso e al  pollice destro tra il Re e il Do basso.

Lo strumento è fornito di tre "S": O - crescente, 1- normale, 2 - calante.

 

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