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Francesco Ventresca
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IL PROFESSORE OPERAIO
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Il giorno seguente il suo arrivo a New York comprò una grammatica
Inglese-Italiano, che conservò per tutta la vita con la rilegatura formata da
una cartina stradale degli Stati Uniti.
Francesco Ventresca conquistò l’America a suon di parole e di grammatica,
per essere accettato in quel mondo strano e cosmopolita che pullulava nei
suburbi metropolitani degli Stati Uniti. E ci riuscì con la cultura.
Nato nel 1872 ad Introdacqua Francesco era il settimo di undici figli e
all’età di diciannove anni decise di partire. Non fu però l’urgenza
economica a spingere il ragazzo su una delle motonavi addette al trasporto:
nonostante le modeste condizioni familiari, egli non soffriva la vera e
propria fame. La sua voglia di scoprire “il nuovo” fu più forte di
qualsiasi legame paesano e ottenuto il biglietto dall’agenzia
Florio-Rubattino, si imbarcò a Napoli il 1891 con la sola sacca a tracolla.
L’arrivo in America non sconvolse più di tanto i sogni del ragazzo
abruzzese. Egli aveva in tasca l’opportunità di iniziare la sua strada con
i lavori manuali e nella testa una tenace e ostinata volontà di acquisire una
cultura superiore. Appena sbarcato sul molo di New York, egli corse a spendere
i suoi pochi soldi per acquistare la sua “grammatica inglese”.
Da New York, si spinse prima ad Albany, lungo il fiume Hudson, e poi a
Saratoga Springs, per prendere servizio come operaio delle ferrovie. Passò i
suoi primi mesi a rimuovere sassi e a spianare strade, ma il durissimo lavoro
fisico non riuscì a minare la ferrea volontà del montanaro meridionale. Egli
strinse amicizia con Maria, figlia di connazionali, che nel tempo libero gli
lesse i libri in inglese, e con un ragazzo di Bugnara, che la sera
ripercorreva il fantastico mondo dei paladini raccontandone le gesta ai suoi
connazionali. Ambedue gli amici riuscirono a influenzare la sensibilità del
ragazzo, sempre più innamorato della cultura, ma l’incontro con un operaio
arabo poliglotta gli aprì definitivamente la strada verso il suo obiettivo
finale. Imparare la lingua inglese al meglio!
All’età di ventuno Francesco Ventresca decise di iscriversi a una scuola
elementare del’lIllinois, dedicando le nottate all’apprendimento e
superando, con grandi difficoltà, tutte le tappe del percorso formativo
scolastico. Vero maniaco della grammatica e della parola, egli divenne un fine
conoscitore dell’inglese e operò quello strappo dell’anima che per sempre
avrebbe segnato la sua vita futura.
Gli anni trascorsi a Western Springs cambiarono totalmente il ruvido operaio
arrivato dagli Appennini. La sua voglia di andare avanti lo portarono nelle
scuole superiori e poi nell’Università. “Sapere di essere istruiti fa
sentire una persona forte”: con tale semplice verità, l’italoamericano
scalò anche le ultime vette della sua faticosissima ascesa, pagando la sua
istruzione con i lavori più umili. Finalmente laureato, intraprese la
carriera di insegnante.
Specializzatosi come interprete e traduttore, apprese un numero considerevole
di lingue moderne e classiche e divenne un professionista al servizio del
Dipartimento della Marina e della Guerra degli Stati Uniti; in tale veste offrì
un contributo eccezionale nelle due guerre mondiali meritando varie
onoreficenze da parte della Difesa Americana. Ventresca si affermò come
studioso di filologia romanza e germanica e divenne Professore emerito di
Lingue europee e in tale veste si inoltrò nella stesura del libro
autobiografico “Personal Reminiscences”, un volume edito nel 1951 dalla
Empire Stone Press di Chicago, che rappresenta la sintesi della sua grande
mediazione tra i due Continenti e tra i primi “saggisti”
dell’emigrazione italiana in America. |
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Generoso
D'Agnese/abruzzoemigrazione.it
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