La Lega dei Popoli Italici e La Guerra Socialea

Il Corteo, che si svolge nel secondo fine-settimana d'agosto ed è organizzato dall'Associazione Culturale Italica di Corfinio, con il patrocinio del Comune, rievoca la nascita della Confederazione dei POPOLI ITALICI,

detta "Lega Italica", rappresentando il momento in cui, nel 91 a.C., delegazioni di  Sanniti, Marsi, Piceni, Vestini, Frentani, Marrucini,  Apuli e Lucani raggiunsero i Peligni nell'antica Corfinium per farne la capitale confederale ribattezzandola "ITALIA", nome che, per la prima volta nlla storia, assunse significato politico di nazione.

 

LA SFILATA - Il Corteo, la cui prima edizione si è svolta nel 1989,  ha inizio con l'ingresso in Piazza Corfinio di circa trecento personaggi, tra i quali, oltre ai figuranti dell'Associazione Culturale Italica di Corfinio, i Sanniti del Gruppo "F.I.D.A.P.A." di Bojano (CB),  nei suggestivi costumi italici; il gruppo "Synaulia" di Roma, specializzato nella ricerca ed esecuzione di musica , danza e teatro d'epoca romana; i gladiatori e lottatori dell'Istituto di Archeologia Sperimentale

"Ars Dimicandi" di Curno(BG). Sacerdoti , vestali , ancelle, guerrieri , lottatori , gladiatori,  famiglie nobiliari e musici sfilano lungo VIA ITALICA alla volta degli ANTICHI RUDERI (presso la Cattedrale Valvense di S.Pelino),dove rappresentano il "GIURAMENTO" , il "SACRIFICIO" e i "LUDI".

IL GIURAMENTO - E' il momento più toccante della rievocazione, durante il quale i capi militari delle delegazioni che rappresentano i popoli della Lega Italica pronunciano la formula del giuramento di fedeltà alla causa comune, al grido di "ITALIA!"

 

IL SACRIFICIO - Dall'alto dell'antico rudere su cui è posta l'ara, il sommo sacerdote, dopo aver  simulato l'uccisione sacrificale di un lattonzolo e l'interpretazione dei presagi dall'osservazione delle viscere dell'animale, rivolge una preghiera propiziatoria al dio degli Italici, Ercole Curino, il cui nome richiama il comune legame dei popoli italici presenti con i Sabini, che occupavano il colle Quirinale quando sul Palatino veniva fondata Roma.

 

I LUDI -  I Ludi , o giochi , erano l'elemento principale intorno al quale si svolgevano tutte le grandi festività e le celebrazioni della tradizione italica , etrusca e romana; essi rappresentano la più antica forma teatrale dell' antichità , votata a creare una sympatia (nel significato greco del termine) tra gli atleti e il pubblico. 

 

Antefatto - Il tribuno Marco Livio Druso, dopo aver parlato ripetutamente in Senato in favore degli Italici, viene assassinato.

Quinto Popedio Silone, informato dell'accaduto, convoca i capi dei popoli italici, che si riuniscono a Corfinium, la nominano capitale della Lega Italica, ribattezzandola "ITALIA", e decidono di prepararsi alla guerra.

Ad Asculum scoppia una rivolta e vengono uccisi tutti i Romani presenti in città. L'episodio inasprisce gli animi e impedisce la riuscita di un ultimo tentativo di accordo fra le parti.

I Marsi consegnano ai Romani una formale dichiarazione di guerra.

Prima parte - La guerra, dichiarata al principio d’autunno dell’anno 91 a.C. e iniziata sul campo nella primavera successiva, fa registrare la prevalenza delle armi italiche e conduce Roma ad un passo dalla sconfitta, precipitandola nel lutto, nella paura e nella crisi economica.

Seconda parte - Dopo il primo anno di combattimenti, l’esercito romano riprende fiducia grazie al carisma e all’intelligenza tattica di Caio Mario prima e di Lucio Cornelio Silla poi.

Due leggi, accordando i diritti di cittadinanza ai popoli italici rimasti neutrali (Legge Giulia, 90 a.C.) ed estendendoli a tutti i singoli Italici che si ritirino dalla guerra (Legge Plautia-Papiria, fine 89- inizio 88 a.C.), provvedono a dissuadere Umbri ed Etruschi dall’unirsi agli insorti (come si preparavano a fare) e a disgregare gli eserciti italici in guerra.

Terza parte - Le sorti della guerra volgono ormai decisamente in favore dei Romani. Lucio Cornelio Silla libera tutta la sua abilità strategica per piegare i valorosi Italici.

Roma è funestata da guerre civili fra democratici e aristocratici. Sanniti e Lucani (cui si aggiungono Etruschi e Campani) partecipano ai combattimenti a fianco dei democratici.

Nel 79 a.C., l’ultima resistenza italica è definitivamente spenta, ma i Socii italici hanno ormai ottenuto la cittadinanza che reclamavano.

Testo: Renato Patrignani

Photo: Gabriel De Pamphilis

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