Correrva
il secolo tredicesimo quando a Greccio, tra i monti Sabini,
Francesco di Assisi allestì il primo Presepe, una
rivisitazione, si direbbe oggi, della Natavità. In realtà, la
Natività rivissuta nella purezza mistica e nella fede.
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Era il
1951, quando
tra i monti dell'Altopiano delle 5 Miglia, a Rivisondoli, allora
villaggio di poveri pastori, nacque il PRESEPE VIVENTE.
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La
zona era ancora assopita tra le piaghe e le rovine della guerra,
passata da quelle parti, con brutale violenza.
Un
gruppo di persone del posto scelse un edificio sventrato dalle
bombe, e fu la Stalla. Protagoniste della Natività da rivivere,
furono due ragazze scampate all'eccidio nazista della vicina
Pietransieri
di Roccaraso. Dall'odio, rinasceva l'amore, nel
nome di Gesù Bambino.
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Siamo
oggi alla cinquantunesiama edizione, con varie centinaia
di personaggi che rivivono la Natività in un clima originale,
sullo sfondo dell'antica Rivisondoli (oggi
un moderno e bellissimo centro turistico).
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Una
Betlemme tra le nevi e il gelo dell'Epifania a 1370 metri di
altitudine, un appuntamento per decine di migliaia di persone tra luci e telecamere. L'esteriorità è cambiata, lo
spirito è sempre il medsimo, garantiscono gli organizzatori, che
lavorano un anno per la sacra rappresentazione
dell'Epifania.
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Chi
assiste al Presepe Vivente di Rivisondoli, incurante del
freddo terribile (lassù il termometro non scherza...) e
della folla immensa, soggiace al senso di pace spirituale che
la rappresentazione sa suscitare in chiunque, fede
a parte.
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Il
messaggio evangelico non ha bisogno di traduttori: come
la musica, è forse la sola "lingua" per
comprendersi in
ogni angolo del mondo. Il balzo attraverso i secoli, dal
primo Natale ad oggi, si compie in un attimo, il tempo non
ha senso.
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Il bisogno di pace, di ritrovarsi, di spiritualità,
che l'aridità del mondo attuale accentua in ognuno, a
Rivisondoli è Dio che si fa Uomo, tra i monti abruzzesi come
a Nazareth, tra splendidi affreschi quattrocenteschi, nebbie,
boschi, sentieri pastorali, Magi improbabili, fanciulli,
greggi. Gesù torna tra gli uomini in questo angolo
di mondo, come fece 2002 anni fa in un altro.
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Gli
uomini sono gli stessi, l'ansia di divino, di pace,
di
purezza, è certo molto più grande.
Rivivere
quella natività è, oggi, cercare il messaggio
di
Cristo con disperazione. Le rovine della guerra di
allora
sono, forse, meno drammatiche delle rovine
morali
di oggi.
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Ecco
il valore del Presepe Vivente di Rivisondoli,
non
l'unico in Abruzzo e in Italia, ma il solo, ancora,
a
trasmettere un messaggio perenne e ogni anno più atteso.
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