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Fauna
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Le
diversità climatiche e podologiche all’interno del comprensorio del
Parco Velino Sirente sono causa di una elevata potenzialità ecologica,
che si esprime con una grande varietà di presenza animale. La fauna è
ovviamente condizionata dalla natura montuosa dell’ambiente, che spazia
dalle vette spoglie e sassose alle praterie d’alta quota, ai ghiaioni,
sino alla faggeta, al bosco misto e ai campi coltivati sulle pendici
montane. Ogni fascia altimetrica ospita particolari specie di fauna, anche
se alcune di esse, grazie alla capacità di adattamento, si possono
trovare sia sulle vette che sui prati. Si trovano così, alle Gole di
Celano, al Murolungo della Duchessa e sulle pareti rocciose del Velino,
del Sirente e degli altri monti più erti, specie avifaunistiche rupicole,
quali il gracchio corallino, il picchio
muraiolo, il falco lanario, nonché colonie di rondine montana.
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Con
un po’ di fortuna, è possibile osservare l’aquila
reale ed il gufo reale. Alle specie presenti se ne sono aggiunte
negli ultimi anni altre, quali il corvo imperiale, in fase di reintroduzione
nell’ambito della Riserva Orientata Monte Velino, e il grifone; di
quest’ultima specie ne sono stati reintrodotti, nell’ottobre 1993,
all’interno del “Progetto Grifone sul Monte Velino”, 26 esemplari,
donati dal Governo Spagnolo.Nell’area degli altipiani si incontrano specie
abbastanza rare dell’avifauna. E’ stata infatti rilevata la presenza
della pispola (svernante e nidificante solo in alcune altre stazioni
abruzzesi nell’intero arco appenninico ed alpino), ed inoltre vari
nidificanti migratori regolari, quali l’allodola, l’averla e lo
stiaccino. Sulle
altre praterie di altitudine, si incontrano le coturnici, e, nel periodo in
cui i prati sono allagati, è possibile trovare la pavoncella, il
beccaccino, la garzetta, l’airone cinerino, il piro-piro. In quest’area
vivono anche rettili di media quota, quali il cervone, che si incontra
frequentemente sotto i
1.200
m.s.l.m., lungo i margini dei boschi, sui pendii rocciosi e
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nelle
radure, il
saettone o colubro d’esculapio, presente sino ai 1.800 – 2.000 m. s.l.m., il biacco, che si trova
sino ai 1.500 m s.l.m. in un ampia varietà di ambienti, come declivi
rocciosi assolati, margine dei boschi, macchie, boschi aperti, zone
cespugliose, la vipera dell’ Orsini,
rintracciabile intorno ai 2.000 m s.l.m,
su pendii ben drenati con scarsa vegetazione e praterie aride. A quote anche
più basse si incontrano i fringuelli alpini, i sordoni e numerose specie
della fauna erpetologia, quali la lucertola muraiola, il ramarro, il colubro
liscio, la biscia dal collare e l’orbettino. Nelle foreste di faggio del
Sirente e di Bosco Cerasolo o nei boschi misti di roverella presenti lungo
la Valle dell’Aterno si possonon osservare numerosi uccelli, quali la
ghiandaia, la balia dal collare, lo sparviero, l’astore, la poiana, il
tordo, la tordella, la beccaccia, il colombaccio (tutti tranne il tordo,
nidificanti). La presenza dei mammiferi è quella maggiormente conosciuta, e
relativamente diffusa in varie zone del Parco.
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Le zone boschive e le faggete sono popolate di mammiferi comuni, come la
volpe, la lepre, il cinghiale, nonché di numerosi piccoli mammiferi come
lo scoiattolo, il ghiro, il moscardino e di vari mustelidi (faina,
puzzola, tasso, donnola, martora). Diffusa in un areale molto ampio
nell’intero territorio del Parco è la vipera comune. Non mancano specie
piuttosto rare, come il gatto selvatico, la cui presenza è segnalata nel
Vallone di Teve, il lupo appenninico e l’istrice, e sono stati
recentemente reintrodotti grossi erbivori come il cervo. Eccezionalmente,
si riscontra anche la presenza di esemplari dell’orso bruno morsicano,
dovuta all’irradiazione dell’unica popolazione di orso esistente in
Italia, presente nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, che si è
mossa nell’area del Velino-Sirente alla ricerca di nuovi territori.
Strettamente dipendenti dalle acque fredde delle sorgenti e delle
risorgive sono alcuni anfibi, quali una subspecie della salamandra
appenninica (Salamandra salamandra gigliolii), il tritone italico, la rana
greca e la rana dalmatica, nonché la raganella.
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Variamente rappresentata è l'entomofauna,
e molti endemismi si contano fra i coleotteri e tra gli ortotteri.
Tra i primi l'Aphodius (Agolius) schlumbergeri samniticus,
endemico dell'Appennino centrale, l'Aphodius (Amidorus) obscurus,
l'Heptaculus carinatus brutius, il Chaetonyx robustus, il
Geotrupes (Trypocopiris) vernalis apenninicus (subspecie endemica
dell'Appennino), l'Oreina marsicana, specie orofila ed endemica
dell'Appennino, appartenente alla famiglia dei Crisomelidi, il
Carabo cavernoso varilolato, appartenente alla famiglia dei
Carabidi, il Calathus sirentis, che vive sui piani culminali ed
appartenente anch'esso alla famiglia dei Carabidi.Tra gli
ortotteri, si riscontra la presenza dell'Italopodisma fiscellana,
endemismo centro-appenninico, appartenente alla famiglia degli
Acridii. Tra i lepidotteri, infine, Parnassius apollo e l'Erebia
pluto. Di notevole interesse scientifico è l'entomofauna
troglobia, presente nelle grotte di Stiffe: il Coleottero carabide
Duvalius Battonii, lo Pseudo scorpione, e, tra i Turbellari, il
Dendrocoelum benazzii.
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