Le
origini del Rito dei serpari si perdono nella notte dei tempi.
In
età romana il serparo era il sacerdote della dea Angizia, il cui
tempio si trovava nella vicina Luco dei Marsi, e di Ercole Sanco,
di cui sono state rinvenute numerose statue a Casale, frazione di
Cocullo. Il serparo, secondo la tradizione, conosceva il segreto
per rendere innocue le serpi con il suono, del Corno (Kerallos).
In epoca cristiana il ruolo del serparo si fonde con la devozione
a S. Domenico.
Il
Rito dei Serpari, come manifestazione al confine tra contenuto
religioso e pagano, ebbe inizio nel dodicesimo secolo.
A
seconda dello spirito culturale prevalente nelle varie epoche
storiche ebbe il sopravvento l'uno e l'altro aspetto. Tracce della
difficile convivenza si trovano in numerose testimonianze
storiche.
Scrive
lo studioso cocullese Nino Chiocchio in una ricerca condotta in
occasione della riapertura ai fedeli del santuario di S. Domenico
il 22 Agosto 1994 :"Nel 1700, per via degli ex voto dei
pellegrini, la piccola chiesetta di montagna si avviò a diventare
Santuario. La Curia vescovile di Valva e Sulmona,
a
seguito delle continue petizioni dei fedeli, decise finalmente di
inviare a Cocullo un sacerdote nella persona di Don Ortensio
Panecaldo.
Sorsero
subito dei contrasti in merito alla gestione dell'introito della
festa.
Dal
bilancio fatto sopra li Conti di Carlo Risio, il 30 Aprile 1738,
fu stabilito di pagare 40 grani al signor Governatore ed ai
Mastrodatati locali per la festa. Chissà - si chiede amaramente
Chiocchio - se a quell'epoca i serpari - pastori giunsero ad un
compromesso con il prelato, come la tra dizione radicata imponeva
alla religione popolare".
Altra
questione storicamente rilevante è quella della collocazione
temporale della festa.
Scrive
ancora Nino Chiocchio : "Nel 1824 il clero cocullese rivolse
una petizione alle superiori autorità della gerarchia per
ottenere una duplicazione dei rito a Maggio (secondo la tradizione
la festa religiosa si celebrava il 22 Gennaio, dies natalis di S.
Domenico). Le popolazioni delle vicine località infatti, per
quella data, sono impedite a raggiungere la Chiesa situata nelle
montagne dalla impraticabilità delle strade.
E'
inoltre ormai invalso l'uso di trasferire la solennità nel primo
Giovedì di Maggio". La scelta del Giovedì deriva anche dal fatto che, fino a pochi anni fa, le principali
feste religiose (Corpus Domini, Ascensione) si svolgevano di
Giovedì, giorno dedicato a Giove.
Il
Rito trovò la sua collocazione definitiva, nel primo Giovedì di
Maggio, all'inizio di questo secolo, inserendosi nel gran numero
di manifestazioni che costituiscono la "Maggiolata
Abruzzese", come celebrazione del ritorno della primavera e
della fioritura delle messi dopo il lungo inverno.
A
partire dall'inizio degli anni '80, grazie all'opera del gruppo
dei nuovi amministratori di Cocullo, al rito furono affiancati
Convegni di studio con la partecipazione di studiosi di fama
nazionale.
Questo
ha consentito un riesame ed un maggiore approfondimento della
tradizione storica, un significativo rinnovamento dei contenuti
della manifestazione ed una più adeguata consapevolezza del
proprio ruolo da parte degli stessi serpari.
Bibliografia:
"Feste
e Riti di popoli peligni"
Pasquale
D'Alberto
Claudio
Lattanzio