Anche nella metropoli
straniera d'oltreoceano gli emigrati abruzzesi festeggiano la
Madonna dell'Assunta, secondo le usanze dei lontani paesi che
hanno abbandonato. Si forma un comitato, si gira per la questua,
si organizza la processione: ed è una scena surreale, di
drammatica emotività, quella che si crea quando la
processione,prende a sfilare non tra le povere case di un paese
di campagna ma tra gli alti grattacieli della città americana.
La festa dura un giorno e si esaurisce nell'osteria al suono
nostalgico di un organetto: domani, l'illusione sarà finita e
si riprenderà la dura vita di lavoro, ritmata dal fischio
inflessibile delle sirene e governata dalle sue ferree leggi.
Perciò la festa si conclude col pianto dirotto dei
protagonisti, che la fede di quanta disperata tristezza
accompagni, in ogni tempo, la sorte dell'emigrante.
Anche quest’anno gli abitanti della città hanno
celebrato la festa della Madonna
di mezz'agosto con una processione.
Il quartiere era in orgasmo già da molti giorni, che
all'approssimarsi della data la nostalgia dormente si ridestava
e il pensiero correva alla terra lontana come una pecora
assetata alla fonte.
Secondo l'usanza dei paesi lasciati s'è formato un
comitato per le spese, e nessuno ha rifiutato il suo obolo perché
ognuno aveva l'impressione di respirare una boccata d'aria
natale nell'atmosfera asfissiante della città di cemento.
Si sentiva la sera errare da balcone a balcone del
quartiere un ritornello di canzone, spaurito come un'allodola
che non ritrova il nido: ed erano i giovani che provavano sulla
chitarra e sui mandolini le canzoni non ancora dimenticate. Le
donne tiravan fuori dai cassetti i costumi paesani non più
indossati e si guardavano allo specchio, provandoli, con la
stessa tremula gioia del giorno in cui s'erano sposate.
Smemorate da quel ricordo correvano alla finestra quasi
per rivedere la casa dirimpetto, la casa che nel paese era come
la propria, tanto eran l'una all'altra vicina; ma invece della
facciata di calcina e dei tegoli rossi sui quali i gatti
prendevano il sole, si alzava dinanzi ai loro occhi l'ombra
delle case di quattordici piani, enigmatiche[1]
e fredde come tavole logaritmiche[2]
a confronto d'un prato fiorito.
Le spose allora aspettavano con più ansia il ritorno dei
mariti e dei figli quasi che un pericolo li sovrastasse non mai
conosciuto prima, e sebbene il sole arroventasse l'aria
sentivano un poco di freddo.Quando infine tutto fu pronto arrivò
il gran giorno.
Paesi interi della terra abbandonata si trovarono riuniti
dinanzi alla Chiesa, coi vestiti della festa, il cuore anelante,
e un fiore di carta all'occhiello. Portata dai piú validi
giovani la Madonna usci dalla gran porta come un sole nel sole,
tutta parata anch'essa a festa, con l'oro, i gioelli e gli
infiniti doni a lei votati quando il capo di casa s’ammalò,
quando rimase senza lavoro, quando misero da parte le prime
cento lire.
Ondeggiò nell'aria la Madonna inebriata dal sole e dalla
presenza del popolo suo, e si mosse il lungo corteo.
Tutti portavano il cero piú grosso che avevano potuto, e
si guardavano in faccia come se non si conoscessero. Le bambine
vestite di bianco procedevano quattro per quattro, e i maschi già
avvizziti dal lavoro, nell'abito nuovo delle feste camminavano
ai lati, impacciati, e gli pareva di ricordarsi di una
processione uguale a quella, sopra altre strade, sotto altro
cielo, in altre contrade. Tutt’a un tratto, la musica si mise
a suonare, la banda tutt'a un tratto attaccò una marcia: e
allora sul selciato bollente di New- York fiorì l’erba dei
villaggi, e dalle mura roventi delle case di cemento si sprigionò
il sentore umano delle case dei borghi, delle case in cui i
manzi mugliano, gli asini ragliano, i cavalli nitriscono, e i
bambini piangono. Si diffuse nell'aria stregata dal sole l'aroma
dei campi lontani, e gli uomini insieme con le spose a un tempo
guardarono di là dai grattacieli se mai si scorgessero le aie
col grano battuto, le vigne ingiallite dallo zolfo, i prati col
fieno falciato. Come uno stormo d'uccelli venuto di là dal
mare, gli odori della terra viva, della terra coi solchi e col
seme, con gli aratri a mezzo il solco, si calarono sugli uomini
che procedevano. E le note della banda anch'esse erano note del
tempo passato, e parlavano a ognuno col proprio dialetto,
risuscitavano in ognuno un mondo che credevano morto ed era
soltanto assopito[3]. Allora dalla
chiesa arrivò l'onda delle campane che si perse per le strade
dopo aver bussato a tutti i petti, e ognuno risentì gli scoppi
dei mortaretti lungo le vie del villaggio, vide gli altissimi
stendardi apparire in cima alle vie strette, mentre tutti si
inginocchiavano e tutti i vani delle case e dei cuori s'empivano
del tranquillo rombo delle canzoni cantate dietro la via della Madonna[4]
. A questo improvviso palpito gli uomini si sentirono mancare,
le donne si asciugarono gli occhi, e videro sulle soglie o in
cima alla scala davanti alla casa tutti quelli che avevano
lasciati un giorno tra il suono degli organetti, il pianto delle
madri e le voci rotte dei padri: un'onda di quel silenzio al di
là dei mari e i monti sfiorò le loro fronti, rinfrescò le
loro labbra assetate e fu come se una turba d'angeli invisibili
volasse basso per ventilare i loro volti accaldati. La Madonna
procedeva lenta con le braccia levate in atto d'invito, e i suoi
occhi parevano anch'essi cercare un'altra terra, altri campi,
altre case. Esiliata come quelli che la sostenevano sulle
spalle, sembrava che anch'essa cercasse la via dell'evasione, e
tutti gli occhi erano volti verso i suoi, e tutti credevano di
vederli palpitare. Ma dal selciato il sole rimbalzava con un
palpito alonare[5] simile a quello che
si leva dalle fornaci, e le mura delle case erano cosí bollenti
che pareva di passare tra due pareti di fuoco. Quando la Madonna
ebbe riconsacrato con la sua presenza le strade di tutto il
quartiere, la processione prese la via del ritorno, e la musica
suonò piú forte e piú allegra affinché la via della fine
sembrasse la via del principio. Come un sole che tramonta la
Madonna rientrò nella Chiesa, e nell'ombra dell'abside si
videro solo brillare i suoi occhi come se anech'essa avesse
pianto. La musica morì, sulla soglia, i ceri rimasero a
consumarsi sugli alti candelabri d'oro, e la Chiesa fu chiusa.
Gli otto portatori si asciugarono il sudore e intorno a loro
facevano cerchio sbigottiti i compagni in un silenzio attonito
pieno di ricordi, pari a quello della vela che si posa madida di
salsedine. Le mogli s'appoggiarono al braccio dei mariti, i
figli guardarono in aria come perduti dietro un volo d'uccelli
invisibili: ma in aria non c'era che la rete vibrante dei fili e
nel cielo pallido dell'estate nessuna fronda stormiva
all'infuori dei drappi appesi alle finestre che l'afa stessa
faceva palpitare: e poco dopo il sole calò dietro le terrazze
delle case di cui non si vede la fine, e dalla terra si levò il
bollore del giorno simile al riverbero di un sole sottoposto[6].
Ma si sentiva ancora nell'aria il suono della musica e il
palpito di innumerevoli volti che fra poco sarebbero scomparsi.
Per non farli scomparire, tutti insieme, divisi per paese, si
dispersero nelle osterie del quartiere, stretti l'uno all'altro
come nelle centurie del lavoro[7]: e
gli abiti bianchi delle bambine sembravano piú bianchi e i
vestiti neri delle donne e degli uomini sembravano piú neri.
Soltanto gli orecchini delle spose e le spille appuntate sul
petto erano d'oro così rosso che si sarebbe detto comprato col
sangue. Intorno alle tavole fumanti di quelle stesse vivande che
si mangiavano sull'aia la sera alla brezza quando i muli nella
stalla accanto rosícano le fave e il fieno, l'allegria tornò
in tutti i volti: e mangiarono maccheroni e bevvero birra.
Quand'ebbero finito accesero i toscani e già s'erano
accese le lampade. Allora uno, dal fondo dell'osteria, seduto in
un angolo, come se la birra gli avesse dato al cervello, attaccò
un canto, e tutti si azzittirono. Era il canto dei mietitori, il
canto dei campi, profumato come il fieno, fresco come la
rugiada, sprigionato da una fiala[8]
che era rimasta intatta dopo aver passato tanti monti e tanto
mare. Al primo ritornello un altro si mise anche lui a cantare,
e poi un altro, e poi un altro ancora, finché tutti si misero a
cantare, come nella processione, e guardavano in alto, col
toscano che fumava nelle mani: e la voce delle donne era piú
chiara di quella degli uomini, era simile al cielo su cui il
canto campeggiava. Cantarono cosí lungamente, lungamente, finché
il canto si spense: e si guardarono in viso come per domandarsi
dove fossero le biche[9] del grano.
Ma il grano non c'era: e invece c'era sulla porta il viso del
poli- ceman[10] che guardava dentro
per capire che cosa era successo. Il silenzio li intimidí come
se avessero già indossati gli abiti del lavoro del giorno dopo,
le bluse turchine col numero stampato come sulla casacca del forzato[11].
Ma un giovane andò all'oste e si fece dare l'organetto. E
attaccò una canzone. Nel silenzio della strada quell'umile
suono cercò la sua via come un uccello smarrito: cadde, rivolò,
ricadde, trovò infine la via su per le altissime mura e dileguò.
Un altro suono s'alzò dietro di lui. E tutti gli astanti
col capo curvo sul tavolo e gli occhi semichiusi vedevano
la proda di un campo lontano avvicinarsi e allontanarsi come
l'onda di un mare, e vedevano la bionda luce delle sere di
domenica quando andavano sotto le finestre a cantare, e dai
campi si levava l'odore del fieno mietuto insieme con la
frescura della luna nuova. Ma ora il suono si levava nell'aria
fievole e rassegnato, simile al lamento di un prigioniero
piangente sul Paradiso due volte perduto. Di lì a poco si
levarono con nel capo già la gravezza senza sogni della birra:
e mentre la ferrovia sotterranea esalava l'ultimo rantolo
nell'ultima corsa all'ultima stazione, le donne si levavano la
spilla dal petto e loro restava una spina nel cuore, e gli
uomini , togliendosi gli abiti della festa già sentivano il
peso della blusa turchina e il fischio della sirena[12]
nell'aria simile a un mostruoso trapano che fora il cervello: sí
che quando si calarono nel letto si abbracciarono singhiozzando
senza sapere perché, come se invece di essere sul punto di
addormentarsi fossero sul punto di scendere in fondo alla
miniera dove non c'è altro cielo che quello delle bluse
turchine.
(da
La Madonna dei grattacieli, ed. Jàpadre)
[1]
enigmatiche: chiuse, misteriose, impenetrabili.
[2]
tavole logaritmiche: complicati schemi di formule
matematiche.
[3] assopito:
quasi addormentato, ma dunque non scomparso. '
[4]
Tutto ciò avviene soltanto nel ricordo, perché assai diversa
è la realtà di quella grande strada di New York.
[5] con
un palpito alonare: con una vibrazione calda e luminosa che
si spandeva in cerchio, come un alone.
[6]di
un sole sottoposto: come se un altro sole fosse sotto la
terra.
[7]centurie:
erano, nell'antica Roma, gruppi di cento uomini in cui veniva
suddivisa la popolazione, per ragioni sia civili che militari.
Qui si tratta invece di squadre, leghe di uomini che esercitano
uno stesso mestiere.
[8]fiala:
recipiente di vetro.
[9]le
biche:i mucchi, i covoni.
[10]policeman:
poliziotto. È parola inglese.
[11]forzato:
carcerato,condannato ai lavori forzati.
[12]
sirena: il segnale sonoro che dà inizio al lavoro,
nei cantieri e nelle officine.
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